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Le ultime novità in fatto di cure dell Acne

Le ultime novità in fatto di cure dell Acne

Questa malattia, pur non producendo nessun danno mortale, ne può causare di seri da un punto di vista psicologico. E’ molto diffusa, specialmente tra gli adolescenti, a causa degli sbalzi ormonali a cui sono sottoposti. Originata da un’eccessiva produzione di sebo, può essere curata con vari mezzi. Oltre a quelli tradizionali, come creme, cure farmacologiche, e rimedi omeopatici, si stanno affermando quelli dettati dalle nuove tecnologie.

Analizziamone qualcuno

Sebutape. E’ molto consigliato. Costituito da un film adesivo da applicare al viso, questo riesce a valutare quello che è il tipo di sebo del paziente ed a determinare la terapia da mettere in atto più adatta per eliminare i brufoli nel modo più veloce ed efficace possibile.

Peeling o needling. Si tratta di una stimolazione del derma attraverso aghi sottili; si rende necessaria quando i segni dell’acne siano ormai permanenti. Le lesioni miglioramo fino al 70%.

Isotetrinoina. E’ un farmaco che ha preso piede negli ultimi anni, ma ha una reputazione controversa. Assolutamente vietato alle donne incinte, va associato ad un processo di contraccezione da un mese prima della sua somministrazione ad un mese dopo la conclusione del trattamento. Questo ha una lunga durata e, come effetto collaterale, tende a seccare le mucose.

Luce pulsata

Sfruttando le onde d’urto prodotte da questa luce si favorisce il riequilibrio della pelle e l’eliminazione delle cellule morte, liberando così il poro e favorendo l’espulsione del sebo in eccesso. Il loro utilizzo non è legato soltanto ai centri estetici, dove ormai trova applicazione in numerosi campi, ma può essere comodamente fatto a casa. E’ facile trovare siti internet dove comprare questi prodotti, con prezzi che variano in base a tutte le esigenze.

Io posso consigliarvi Face-up, dove ho preso il mio, che vende macchine efficaci ed economiche. Basta massaggiare, con movimenti circolari, il viso, per 10 minuti circa al giorno per ottenere degli ottimi risultati, che in due o tre mesi ci faranno dimenticare tutti i nostri problemi con acne. La luce pulsata non è un laser e quindi non ne produce tutti quegli sgradevoli effetti collaterali come bruciore, rossore e prurito. Si può fare il trattamento nella pausa pranzo e tornare al lavoro subito dopo poiché non ha nessuna controindicazione.

Trattamenti laser

Non sono una cura definitiva per l’acne, ma hanno il compito di eliminarne gli effetti come le macchie e le cicatrici. Si distingue in tre tipi principali:

Laser CO2. Colpisce il brufolo, diminuendo la carica batterica e il processo infiammatoriio, e stimolando la rigenerazione del derma

Radiofrequenza. Non penetra troppo in profondità e sfrutta temperature più basse rispetto al laser, rendendo più breve la fase di recupero.Usata insieme alla tecnica della luce pulsata ne aumenta i benefici sulla pelle.

Laser Fraxel. Ha pochi effetti collaterali e tempi di ripresa brevi combinando le potenziaità delle due tecniche usate sopra.

I trattamenti laser non sono propriamente economici; i loro costi variano dai 300 ai 600 euro a seduta.

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Vita con inseminazione artificiale

Vita con inseminazione artificiale

L’inseminazione artificiale è un metodo di fecondazione assistita cui le coppie possono ricorrere quando non riescono ad avere bambini in modo naturale. L’inseminazione artificiale si è rivelata subito molto efficace dato che la maggior parte delle volte riesce a risolvere il problema dell’infertilità.

La scoperta dell’inseminazione artificiale

L’inseminazione artificiale è una tecnica di fecondazione assistita attraverso cui si inseriscono gli spermatozoi dell’uomo nell’utero della partner nel momento di ovulazione: ciò permette di aumentare le possibilità per la coppia di avere un bambino. In genere si tratta di un metodo cui si ricorre in caso di sterilità maschile o se gli spermatozoi soffrono di una ridotta vitalità, per cui si preferisce fecondare l’ovulo intervenendo direttamente nel momento stesso in cui la donna sta ovulando.

È possibile effettuare un’inseminazione artificiale su ciclo naturale ma di solito, per aumentare le probabilità di successo dell’intervento, si tende a stimolare le ovaie prima così da assicurare la maturazione di almeno due o tre follicoli. La terapia, infatti, viene costantemente monitorata attraverso ecografie che permettono di programmare il momento migliore per intervenire con gli spermatozoi.

Il giorno dell’ovulazione infatti l’uomo consegna un campione di seme da cui si recuperano gli spermatozoi mobili per concentrarli in una cannula e depositarli direttamente nell’utero della partner.

In che cosa consiste l’inseminazione artificiale

Per la donna si tratta di un procedimento assolutamente indolore e che dura solo pochi minuti, infatti la paziente viene dimessa subito dopo l’inseminazione, dopo la quale le si raccomanderà di assumere progesterone fino al test di gravidanza. Nel caso la donna uscisse incinta, l’assunzione del progesterone dovrà proseguire per tutta la gravidanza.

Esistono due tipi di inseminazione artificiale: quella coniugale e quella da donatore. L’inseminazione coniugale viene effettuata usando lo sperma del partner per cui la donna sarà fecondata dagli spermatozoi del proprio compagno selezionati in laboratorio, invece l’inseminazione da donatore si effettua collocando nell’utero gli spermatozoi ottenuti dalla banca del seme. In entrambi i casi il procedimento è lo stesso: prima dell’inseminazione, le ovaie vengono stimolate attraverso gli ormoni per far sì che producano una maggiore quantità di follicoli, quindi si monitorano le dimensioni e il numero di follicoli e attraverso la somministrazione di un altro ormone si induce il rilascio dell’ovulo.

Il giorno stesso dell’inseminazione si ottiene il campione di seme dal donatore e si selezionano gli spermatozoi mobili, che attraverso una cannula vengono introdotti nell’utero. Se dopo aver tentato per tre o al massimo quattro cicli, la donna non esce incinta, le possibilità di essere fecondata diminuiscono e si preferisce ricorrere alla fecondazione in vitro.

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Mantenersi in forma con una pedana vibrante

Mantenersi in forma con una pedana vibrante

Oggi tutti conoscono la pedana vibrante dato che si trova facilmente anche nelle palestre e pedane vibranti vengono ogni giorno pubblicizzate in televisione garantendo grandi risultati di tonicità e dimagrimento. Ma cos’è e come funziona la pedana vibrante? Esistono ormai diversi tipi di pedane vibranti, ma le prime pedane sono state usate nelle stazioni spaziali per permettere agli astronauti di poter effettuare un allenamento che garantisse loro di poter restare in orbita senza essere vittime di conseguenze traumatiche come problemi ossei o muscolari legati al proprio lavoro.

Nata quindi con lo scopo di coadiuvare l’allenamento degli astronauti, la pedana vibrante è entrata ben presto a far parte del mondo medico ed estetico, infatti viene oggi usata da fisioterapisti e da estetiste per combattere l’osteoporosi e l’invecchiamento del sistema osseo nonché per ridare tonicità ai muscoli. In pratica le vibrazioni della pedana agiscono direttamente sul nostro sistema muscolo-scheletrico andando a stimolarlo. In genere, infatti, muscoli e ossa tendono a rispondere alle sollecitazioni esterne imparando a gestire un certo sovraccarico, ma se il corpo è costretto a un riposo prolungato ovvero all’assenza di qualsiasi sollecitazione esterna.

Il sistema muscolo-scheletrico andrà incontro a un cedimento delle sue prestazioni tale da compromettere la consistenza dei muscoli, che rischia di dimezzarsi se il corpo sta per un lungo periodo a riposo. Per poter tener tonico e allenato il proprio corpo senza effettuare un allenamento o un esercizio fisico intenso, oggi si può ricorrere alla pedana vibrante le cui vibrazioni fungono da stimolo per il rimodellamento osseo e muscoloso dell’organismo.

Dimagrire in pedana

La pedana vibrante quindi trasmette a chi vi sale su, delle vibrazioni più o meno intense di una frequenza compresa fra i 10 e i 60 Hz per un tempo massimo di dieci minuti e, a seconda della posizione che il soggetto assume sopra la pedana, si andranno a stimolare determinate fasce muscolari piuttosto che altre, per questo per ogni tipo di allenamento ci sono delle posizioni precise da assumere. Ogni posizione sulla pedana vibrante va adattata al proprio programma di allenamento sempre tenendo presente lo stato di salute del soggetto e gli effetti delle vibrazioni sui muscoli, le articolazioni, le ossa e il sistema circolatorio.

Gli effetti della pedana quindi sono legati alla frequenza che si imposta, all’ampiezza dell’oscillazione, alla durata della vibrazione e naturalmente alla posizione assunta dal soggetto. Oggi in commercio esistono diversi tipi di pedana vibrante e alcune si distaccano parecchio dalle caratteristiche di quelle originarie. Le pedane si dividono fondamentalmente in sussultorie e basculanti: le prime effettuano un movimento verticale e le seconde un movimento laterale.

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Seggiolini auto per la sicurezza a bordo

Seggiolini auto per la sicurezza a bordo

Dovendo trasportare un bebè a bordo di un’auto è bene che il bimbo possa godere del viaggio in auto in tutta sicurezza,per questo vanno scelti i seggiolini auto in modo accurato, che siano a norma di legge e in cui il bimbo possa sentirsi del tutto sicuro. Poter portare in auto il proprio bambino in tutta sicurezza è un fattore da non sottovalutare quando si scelgono i seggiolini auto adatti.

Far viaggiare i bimbi senza seggiolino infatti aumenta il rischio che possa accadere loro qualcosa anche nel caso di una semplice frenata un po’ brusca, per questo è importante farli viaggiare sicuri posizionandoli all’interno dei seggiolini, ma quale risulta essere il posto migliore dove sistemare lo stesso seggiolino?

Il posto migliore in cui posizionare il seggiolino è quello al centro dei sedili posteriori, eppure alcuni genitori preferiscono sistemare il bimbo proprio accanto a sé sul sedile anteriore il che si rivela una scelta non troppo saggia ma che non è vietata dal Codice della Strada. Magari avendolo davanti accanto a sé, si può tenere il bimbo maggiormente sotto controllo durante il viaggio in auto e non ci si dovrà girare dietro ogni minuto a controllarlo per tranquillizzarsi sulle sue condizioni.

Vari tipi di seggiolini auto

In commercio esistono diversi tipi di seggiolini auto a seconda naturalmente dell’età e del peso del bimbo: si va dal Gruppo 0, ovvero quelli adatti ai bebè fino ai nove mesi di vita che permettono al neonato di viaggiare sdraiato, fino al Gruppo 3, ovvero adatto ai bimbi dai sei ai dodici anni, infatti è un tipo di seggiolino che serve più che altro per aumentare l’altezza del bambino così che possa indossare la cintura di sicurezza.

Per i bimbi fino a quindici mesi va adattato all’auto il seggiolino Gruppo 0+, che consiste in un lettino dotato di una maggior protezione alla testa e alla gambe, mentre i bambini dai nove mesi fino ai cinque anni d’età bisogna sistemarli in seggiolini auto del Gruppo 1, che vanno fissati al sedile dell’auto usando le cinture di sicurezza da far passare all’interno del seggiolino e che dovranno risultare ben tese così da evitare qualsiasi spostamento del seggiolino.

Infine, per i bimbi dai quattro ai sei anni ci sono i seggiolini del Gruppo 2, ovvero quelli dotati di braccioli e dello schienale che servono per rialzare il bambino in modo che possa usare la cintura di sicurezza. Una volta che il bambino avrà compiuto i dodici anni non si avrà più bisogno di usare alcun tipo di seggiolino dato che potrà usare semplicemente le cinture di sicurezza. Si continuerà a usare il seggiolino solo nel caso in cui il bambino, seppure dodicenne, sia di altezza inferiore al metro e mezzo.

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Dalla torre di Pisa all’interferometro atomico

Dalla torre di Pisa all’interferometro atomico

Galileo aveva ragione. Ne è passato di tempo dai suoi famosi, quanto leggendari, esperimenti dalla Torre di Pisa per verificare se tutti i corpi, indipendentemente dalla loro massa o struttura, cadevano con la stessa accelerazione. Proprio in quegli anni si ponevano le basi del principio di equivalenza, uno dei più famosi e studiati principi della fisica in grado di far arrovellare menti geniali del calibro di Isaac Newton ed Albert Einstein. Quasi quattrocento anni dopo, un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’Università di Firenze, che lavora all’esperimento Magia, guidato da Guglielmo Tino — ricercatore dell’INFN e ordinario di Fisica della materia presso l’Ateneo Fiorentino — ha deciso di studiare ancora questo fenomeno ma più da vicino. Come? Bella domanda.

Anziché la Torre di Pisa e oggetti comuni, per realizzare le misure sono stati utilizzati strumenti più complessi: un interferometro atomico — usato per determinare i movimenti degli atomi su scale microscopiche – e isotopi dell’atomo di stronzio ultrafreddi, a temperature vicine allo zero assoluto, in caduta libera nel vuoto. Questo ha permesso agli scienziati di misurare l’accelerazione con cui gli atomi cadono nel campo gravitazionale terrestre. Questa misura rappresenta il primo test del principio di equivalenza, effettuato confrontando atomi con e senza spin e con caratteristiche diverse, ossia bosoni e fermioni.

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