Perché usare un registratore vocale

Parlando del registratore vocale, ci viene subito in mente il dittafono (che non è nient’altro che la versione “vecchia” del registratore vocale). Dittafoni erano di dimensioni un po’ più grandi e come memoria di registrazione audio usavano delle piccole audio cassette.
È vero però che molti di noi, non avendo il dittafono a casa, per poter registrare qualcosa, usavamo le radio, che erano non solo ingombranti per le dimensioni, ma anche per il fatto che uno doveva avvicinarsi molto per registrare la voce, sennò i rumori di sottofondo erano predominanti e non si sentiva il resto.
Durante le lezioni universitarie, in passato si potevano vedere spesso degli studenti che venivano con i computer personali portatili per poter registrare la voce del professore, mettendolo direttamente sulla cattedra. Occupavano talmente tanto spazio, ma poi per non parlare del peso. Con il registratore vocale, oggi giorno, il problema del peso ma anche dello spazio che “occupa” diciamo che è più che risolto. La tecnologia come sempre ha fatto dei incredibili passi da gigante, superando le aspettative e i sogni di tutti.
Cos’è un registratore vocale
Il registratore vocale è un attrezzo di piccolissime dimensioni (parliamo di pochi centimetri) e con una memoria incorporata, che si usa per le registrazioni audio. Vengono spesso usati nelle conferenze, durante le lezioni universitarie e da parte dei giornalisti. È molto più semplice premere un pulsante e registrare tutte le parole del nostro interlocutore durante un’intervista, anziché scriverle velocemente perdendo magari la metà del significato vero.
Sono apparecchi molto leggeri e semplici da usare e per questo molti di noi lo usano quotidianamente. Sapiamo bene che, tutti i computer personali, ma anche i telefoni cellulari (specialmente gli smartphone) hanno dei registratori vocali incorporati. Magari non sono i più migliori per quanto riguarda la qualità, la sicuramente più che utili. Naturalmente dipende tutto dall’uso che dobbiamo fare anche noi, se siamo studenti universitari o giornalisti, che spesso devono registrare delle conversazioni o le interviste con le altre persone, con pochi euro, a casa ci possiamo portare un vero gioiellino.
Come scegliere un registratore vocale
Non tutti i registratori sono identici e hanno le stesse funzioni. Troverete anche quelli che sono compatibili con i software più moderni di trascrizione vocale. È una cosa ottima. Vi immaginate di trascrivere sei ore delle lezioni universitarie a mano, oppure una conferenza stampa lunghissima.
Quanto tempo uno perderebbe trascrivendo tutte quelle parole dal registrazione vocale sul computer o su un foglio. Altre cose che dovete considerare quando scegliete un registratore vocale sono sicuramente: le dimensioni del registratore, il peso, quantità della memoria interna e la possibilità di mettere una scheda di memoria esterna, qualità audio
Rasoio elettrico o lametta?

Da quando è possibile scegliere tra lametta e rasoio elettrico gli uomini preferiscono affidarsi a quest’ultimo per ottenere una barba rasata nel modo migliore, inoltre il rasoio elettrico si è rivelato senza dubbio più comodo della lametta.
Rasoio elettrico perché preferirlo alla lametta
Il rasoio elettrico è il miglior alleato degli uomini quando devono radersi la barba: diversamente dalla scomoda e poco pratica lametta, il rasoio permette di ottenere in poco tempo e con facilità la rasatura desiderata senza dover usare per forza schiuma da barba e riducendo di molto il tempo impiegato per la rasatura.
Oggi ci sono diversi tipi di rasoi ed è difficile scegliere quale usare se non si ha ben chiaro quale sia il proprio tipo di pelle, infatti proprio per questo bisogna decidere tra un rasoio elettrico a testine o un rasoio a lamina. Il primo tipo è dotato di tre testine rotanti formate da lame circolari che permettono appunto di radere la barba alla lunghezza desiderata.
La qualità delle lame radenti oggi è tale da permettere di seguire le forme del viso e di procedere con precisione alla rasatura. Diversamente il rasoio elettrico a lamina è dotato di una sorta di coltello che vibra sotto la lamina forata in cui entrano i peli della barba pronti per essere tagliati. Tale rasoio permette di ottenere la rasatura in modo veloce e uniforme già con una sola passata.
Quale tipo scegliere
A seconda del proprio tipo di pelle bisognerebbe scegliere il tipo di rasoio elettrico che fa al proprio caso: infatti, se la pelle del proprio viso soffriva per la rasatura con la lametta il rasoio elettrico per barba già rappresenta un vantaggio in sé dato che è decisamente meno dannoso, però se si ha la pelle particolarmente sensibile è possibile dover evitare determinati tipi di rasoi.
Per esempio, se la pelle è molto sensibile meglio optare per i modelli che possono essere usati con la crema prebarba che permette di preparare la pelle alla rasatura, ma se si vuole ottenere una rasatura più profonda bisognerà prendere in considerazione quello che riesce a catturare i peli più corti. Non solo la pelle dev’essere a dettar legge però: conta anche il rasoio in sé, che deve essere maneggevole e quindi dotato di una presa antiscivolo ed ergonomica, inoltre un motore più potente assicura anche una velocità di rasatura maggiore.
Nella scelta inoltre va posta attenzione anche al trimmer per le basette che spesso risultano fragili e mal posizionati. Anche la batteria è importante: meglio preferire un rasoio elettrico che possa essere ricaricato in poco tempo e che permetta un’autonomia sufficiente per effettuare una rasatura completa.
Configurazioni e letture di un router

Ormai affianco al computer non si trova solo il modem che permette il collegamento alla rete ma anche il router. Il router è un apparecchio che permette a un computer di effettuare una connessione tra più reti. Vediamo come funziona e a cosa serve.
Leggere file con un router
Il router è un apparecchio elettronico che permette di leggere le informazioni contenute nei pacchetti di dati che viaggiano in internet e indirizza tali informazioni verso gli indirizzi Ip corretti. Lo smistamento delle informazioni può essere diretto verso reti connesse alla stessa linea o verso delle sottoreti che è possibile raggiungere tramite altri nodi di rete.
In pratica si tratta di un sistema di elaborazione che ha lo scopo di indirizzare i dati agli indirizzi Ip e lo fa in due modi: il router può limitarsi a leggere l’indirizzo Ip in questione e trasmettere i dati contemporaneamente, per cui tale invio non implica la ricezione completa dei dati, oppure se si tratta di router store and forward prima immagazzina il pacchetto di dati e poi lo trasmette. In questo modo il router può adattare la trasmissione dei dati alla velocità della linea o del collegamento in uscita, evitando la perdita dei dati in casi di congestione della linea stessa.
Configurare i router
I router sono dei sistemi embedded, ovvero sono progettati per una determinata applicazione, per cui godono di un proprio sistema operativo e devono per questo essere configurati manualmente. In base al tipo, il router wifi può fornire un’interfaccia web oppure essere configurato tramite una console a riga di comando su porta seriale. I router in ambito professionale o domestico servono per crittografare le comunicazioni wireless e in genere non sono così potenti da gestire più di un paio di computer.
Sono infatti quelli usati dai provider e quelli impiegati negli snodi principali e sulle dorsali di internet a ricoprire ruoli più importanti e seri, come eseguire statistiche sui pacchetti di dati che viaggiano, o consentire di velocizzare il traffico di rete o mettere in sicurezza le informazioni. Questi router in genere sono dotati di processori derivati dai server e di una memoria maggiore, dato che sono impiegati per smistare milioni di pacchetti di dati al secondo che devono contemporaneamente analizzare e verificare.
Naturalmente se il router si dimostra veloce a smistare i dati, questi raggiungeranno in metà tempo gli indirizzi Ip destinatari. Può però capitare che il router subisca un sovraccarico di dati che potrebbe indurre un guasto o una rottura nella trasmissione, ciò rappresenterebbe un problema non solo per la linea coinvolta ma anche per i router delle linee adiacenti che si troveranno costretti a smistare una maggior quantità di dati col rischio di subire ulteriori guasti.
Cos’è e a cosa serve una idropulitrice?
Per riuscire a lavare senza troppa fatica qualsiasi tipo di superficie di qualsiasi dimensione è possibile ricorrere alla idropulitrice, un apparecchi professionale che permette di poter lavare via ogni tipo di sporco. Vediamo meglio cos’è e a cosa serve una idropulitrice. L’idropulitrice non è altro che una macchina che aiuta nel lavaggio di superfici di vario tipo, e serve per riuscire a rimuovere più facilmente e con meno fatica lo sporco di ogni genere utilizzando la pressione stessa dell’acqua che riesce a rimuovere anche lo sporco più ostinato.
L’idropulitrice è un apparecchio che viene sfruttato in diverse occasioni e sedi, per esempio può essere usata in ambito industriale o tecnico ma anche in ambito domestico può rivelarsi molto utile, per esempio nella pulizia esterna di motociclette o di automobili, oppure può essere sfruttata nella pulizia di pezzi di ricambio di macchinari, a meno che non si danneggino con l’acqua. Ideale anche per pulire a fondo i pavimenti, soprattutto di officine meccaniche e industriali, ma anche da usare su asfalto, cemento o piazzali massellati, nonché sui tetti e sulle pareti esterne per toglier via muschio e muffe, idropulitrice si può facilmente utilizzare anche sulle pareti interne, facendo attenzione alla quantità d’acqua da usare.
Infatti, idropulitrice usa una gran quantità di acqua quindi scegliendo di impiegarla per pulire dentro casa, bisogna stare attenti a non rischiare un facile allagamento di casa e cercare quindi di calibrare bene i getti e la quantità d’acqua. Da non sottovalutare il ruolo dell’idropulitrice durante l’inverno nello sturare i tubi delle fognature: infatti, quando le tubature sono gelate è possibile usare l’idropulitrice ad acqua calda per liberare i tubi con l’aiuto di appositi ugelli e sturatubi.
Come usare l’idropulitrice
Se si vuole cercare di capire l’efficacia del lavoro di un’idropulitrice e quindi definire le sue performance, bisogna prendere in considerazione quelli che sono gli elementi che influenzano l’efficacia della macchina, ovvero la portata dell’apparecchio e quindi il volume d’acqua elaborato dalla pompa in un certo lasso di tempo e la pressione, ovvero la forza che l’acqua esercita sulla superficie da lavare.
Quindi, maggiore sarà la portata e più veloce risulterà il lavaggio, mentre più grande sarà la pressione usata e più profonda sarà la pulizia effettuata dalla macchina. Esistono due tipi principali di pompe: quella assiale e quella lineare. La pompa assiale permette il movimento dei tre pistoni attraverso la rotazione di un piattello inclinato, mentre la pompa lineare permette il movimento dei tre pistoni attraverso un sistema di bielle e albero a gomiti.
Riprodurre gli organi con il 3D

Gli organi sono strutture molto sofisticate con dozzine di tipologie cellulari e un complesso albero vascolare, in grado di svolgere compiti molto specifici. Eppure con le stampanti moderne in versioni 3D è possibile anche riprodurre organi. Il solo fegato ne svolge più di 500. Come le macchine, i corpi si usurano nel tempo, talvolta anche in modo inaspettato. Anche quando è possibile un trapianto, gli organi donati non riescono sempre a soddisfare la domanda. Così. non appena gli ingegneri meccanici hanno iniziato a produrre le prime stampanti 3D, gli ingegneri tissutali hanno iniziato a coltivare organi sostitutivi, cominciando con l’impiantare manualmente cellule in capsule di Petri.
Poi, i ricercatori hanno iniziato a inserire queste cellule all’interno di impalcature artificiali, composte da polimeri biodegradabili o collagene, una matrice temporanea per l’aggregamento cellulare, finché il costrutto non diventa abbastanza solido da tenersi insieme da solo. Il sistema ha funzionato molto bene: tra il 1999 e il 2001, sono stati impiantati con successo in alcuni pazienti del Boston Children’s Hospital, le prime vesciche coltivate in laboratorio. Ma impiantare manualmente le cellule, rimaneva un processo lungo e arduo. Le vesciche stampate potevano essere prodotte con soli due tipi di cellule; i reni, invece ne contengono ben 30.
Benefici e difficolta della biostampa 3D
Quando si tenta di riprodurre tessuti più complessi, non c’è modo di piazzare manualmente le diverse tipologie cellulari così da replicare le strutture del tessuto originale. Le mani non sono il mezzo ottimale per impiantare cellule. Al Wake Forest, sono state costruite biostampanti personalizzate che sono più rapide di quelle a getto d’inchiostro modificate e possono stampare molte più tipologie cellulari, fra cui staminali, muscolari e cellule vascolari. Hanno anche progettato una stampante in grado di creare insieme sia l’impalcatura che il tessuto, attualmente utilizzata per produrre strutture intricate come orecchie, nasi e ossa.
Le impalcature garantiscono al tessuto stabilità meccanica e possono essere usate per veicolare geni e fattori di crescita alle cellule in via di sviluppo. Tuttavia, come nel caso dei polimeri, esse possono introdurre materiali estranei nell’organismo e causare infiammazione. Inoltre, poiché le diverse tipologie cellulari possono reagire differentemente ai materiali impiegati per le impalcature, più è complesso l’organo, più complicata sarà l’infrastruttura e più difficile sarà prevedere il modo in cui le cellule migreranno al suo interno.
Per questo, non tutti credono che le impalcature siano necessarie. L’obiettivo comunque è stampare un organo interamente di tessuto umano e lasciare che si assembli da solo. “L’incantesimo avviene dopo la stampa”. Infatti, ciò che la maggior parte delle persone ritiene essere il prodotto finito, il materiale cellulare appena stampato, in realtà non lo è affatto.
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